Ilaria, oggi i funerali. E adesso si spengano i riflettori

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Messina si prepara a dare l’ultimo saluto a Ilaria. I funerali della giovane ragazza si stanno celebrando proprio in questi istanti nella chiesa cristiana avventista di via XXIV maggio.

I contorni di  questa storia sono però tutti ancora da definire. Nella giornata di ieri gli investigatori hanno identificato i due giovani che erano con la ragazza nel momento in cui ha perso i sensi. Adesso si attendono i risultati dell’autopsia eseguita ieri al Policlinico prima di riconsegnare il corpo alla famiglia per le esequie.

Tuttavia, chiarire l’esatta causa della morte servirà a poco. Ognuno di noi è infatti già arrivato a una conclusione, delineando vittime e colpevoli di questa brutta storia. E’ impossibile non farlo, serve quasi da autoconforto quando si è davanti a una tragedia. Frasi come se l’é cercata, è colpa dei genitori servono ad attribuire un senso logico ad un avvenimento che apparentemente non ne ha. Morire a 16 anni, in piena estate mentre ti stai divertendo non ha senso.  Ed ecco che si analizzano i profili social dei diretti interessati, decodificando il significato dell’ultima immagine, l’ultima citazione o l’ultima canzone pubblicata in bacheca. Qualsiasi contenuto venga condiviso su Facebook dalla vittima o dai suoi amici e familiari, guarda caso non fa altro che confermare la tesi iniziale. Un piercing alla lingua, un taglio di capelli inusuale, rafforzano l’etichetta già cucita ed assegnata al protagonista della vicenda.

Nel tentativo però di chiarire i contorni della vicenda, azzardiamo troppo velocemente sentenze su una storia che non ci riguarda e dalla quale dovremmo mantenere il giusto distacco. Invece abbiamo già ricostruito l’intera storia, abbiamo trovato tutte le risposte necessarie.

Adesso però  è arrivato il momento del silenzio, il momento di spegnere definitivamente i riflettori su questa vicenda. Consentire ai familiari della ragazza di riprendere lentamente la vita di tutti i giorni, rispettando a prescindere una persona che non c’è più.

Andrea Castorina

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