Primo piano di Cateno De Luca

Ex province. De Luca ribatte al M5S accusandolo di “cecchinaggio politico”

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È di nuovo scontro aperto tra il Movimento 5 Stelle e il sindaco di Messina Cateno De Luca che risponde per le rime alle dure critiche dei pentastellati, tacciandoli di “cecchinaggio politico” e accusandoli di essere i principali responsabili del collasso delle ex Province siciliane.

«Mi rivolgo ai deputati messinesi del M5S, Valentina Zafarana e Antonio De Luca – ha esordito il Primo Cittadino – ancora siamo in attesa che il vostro Sottosegretario, Alessio Villarosa, risolva il problema delle ex Province siciliane. Si era data come scadenza il 31 Marzo ma come è sotto gli occhi di tutti, non solo non si è risolto nulla, ma si ha anche l’ardire di continuare a fare cecchinaggio politico, utile solo a picconare le macerie di quel che resta delle ex Province».

Ieri, dopo il “sì” dell’ARS (Assemblea Regionale Siciliana) all’ordine del giorno riguardante l’utilizzo dei 350 milioni di euro del fondo per lo sviluppo in favore delle ex Province, Cateno De Luca aveva cantato vittoria e annunciato la fine dello sciopero della fame. Non è tardata la reazione dei deputati siciliani del Movimento 5 Stelle che hanno accusato il Sindaco di Messina di «prendere in giro i cittadini» e hanno sottolineato come «l’approvazione di un “ordine del giorno” Ars non vale niente di più di un suggerimento».

Secca la replica dell’ex deputato: «Avrebbero dovuto tacere – ha dichiarato – visto che sono la principale causa del collasso di Città Metropolitane e Liberi Consorzi, invece, quasi con sadico egoismo, continuano a godere se non si raggiungono gli obiettivi. Provenienti dalla scuola del “tanto peggio, tanto meglio”, anche quando facciamo un passo in avanti per sostenere il bene comune, cercano di insabbiare l’ovvio con l’improbabile, per l’appunto con scorrette azioni di sommario cecchinaggio. Ne prendiamo atto ma andiamo avanti».

«Per dovere di cronaca – ha concluso – oggi, al vertice di Palazzo d’Orleans tra ANCI Sicilia e Governo alle ore 12, ci sarò pure io, contrariamente a quanto qualche malalingua aveva insinuato».

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