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ICAST: così il messinese Sergio Pitrone sta conquistando le piazze della moda

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Dalla realizzazione di un’agenda per vincere le elezioni studentesche alla creazione di un’agenzia di comunicazione social per supportare il lancio di una startup. È la storia di Sergio Pitrone, imprenditore messinese founder della startup ICAST, che dimostra quanto la forza di volontà e le esperienze lavorative, anche quelle apparentemente non correlate alla professione desiderata, siano di fondamentale valore per sviluppare competenze.

Oggi ha 24 anni ma l’attività lavorativa è iniziata da adolescente, con l’organizzazione di eventi e l’attività di dj. Con i primi ricavi inizia l’acquisto di materiale per eventi e così Sergio acquisisce la prima competenza che oggi si rivela fondamentale, gestire un team con risorse scarse.

“Finora questo, dopo tutto il resto” è il motto che ha accompagnato il lancio della Seguenda, il primo prodotto creato per convincere i compagni di liceo a sceglierlo come rappresentante. Nell’anno scolastico  2010/2011 il liceo Seguenza diventa il primo liceo in Italia ad avere la sua agenda, creata grazie ad una redazione che si dedica alle interviste a preside, studenti e personale scolastico. Metà della produzione viene sostenuta dalla scuola, l’atra metà attraverso il fundraising.

Finite le scuole superiori, Sergio decide di spostarsi a Milano per gli studi universitari in Economia e gestione aziendale. Il mondo della moda arriva per caso, con l’esperienza in Sinv per marchi come Piazza Sempione e Love Moschino, a cui accede proprio grazie all’esperienza lavorativa in qualità di event manager maturata in età scolastica.

Come nasce l’idea di ICAST?

«In Sinv mi occupavo di organizzazione di eventi e casting (selezione modelle e modelli). Dopo un anno di lavoro e la prima Fashion Week, ho deciso di lasciare e dedicarmi al conseguimento della laurea specialistica. In questo periodo ho iniziato a pensare ad ICAST, insieme alla persona che era la mia capa in Sinv ed oggi fa parte sella società. Ci siamo chiesti come si sarebbe potuto ridurre il processo del casting. Ho lavorato a quest’idea fino alla laurea e la mia tesi è stata “ICAST: dall’idea al business plan“».

A che bisogno risponde?

«È un tool gestionale per modelli e modelle nel mercato del fashion».

Con che risorse sei partito?

«Autofinanziamento. Sapevo usare bene Instagram e così ho creato Vertun, una media agency che eroga consulenza ad altre agenzie per l’interpretazione qualitativa del dato quantitativo, il modello è b2b (business-to-business). La doppia anima, creativa e analitica, permette ai clienti di avere una valida campagna di comunicazione integrata».

Com’è oggi ICAST e quali sono gli obiettivi per il futuro?

«È una Srl innovativa fondata a inizio 2018. Siamo la prima startup cloud native (senza service fisici) in Italia. Per questa tecnologia Amazon ci ha finanziati inserendoci nel portfolio startup e offrendoci risorse economiche in servizi. Siamo 4 soci, cui si aggiunge un team esterno di programmatori che si occupano di architettura cloud e wix design. Adesso stiamo ultimando la fase di beta test con player importanti del mondo della moda.
Join the casting revolution” è il nostro obiettivo, nel 2019 vorremmo conquistare Milano».

Team ICast: Marco Pino CFO, Giulio Francesco Aiello COO, Sergio Pitrone CEO e Roberta Roveggio CCO

Che rapporto hai con la città di Messina?

«Sono molto attaccato alla mia città, a cui devo tutto. Mi ha insegnato a districarmi in una realtà in cui non è facile emergere, perché con risorse scarse e menti geniali, tutto si può fare. In futuro, mi piacerebbe rientrare per mettere a disposizione le competenze maturate facendo qualcosa di utile per la città, non solo per lavoro».

Si potrebbe aprire un canale d’innovazione Messina – Milano?

«I numeri delle persone che vanno via mi spaventano, perché a parte chi rimane per vocazione, tutti gli altri sono ragazzi geniali che stanno lasciando la città. Oggi però ci sono realtà che stimolano l’innovazione, come Startup Messina, che danno speranza e aprono alle opportunità».

Che consiglio daresti ai tuoi concittadini che vogliono avviare un’impresa?

«Tutto è fattibile. L’importante è essere consistenti e persistenti, perpetui come le onde. Chi riesce non è il più bravo ma chi persiste. Poi è fondamentale avere sempre la modestia di ascoltare tutti, rubacchiando da ognuno. E infine fare squadra, da soli non si va da nessuna parte.

Il mercato naturale della moda è Milano ma anche in Sicilia si può fare impresa, l’importante è pensare oltre l’orizzonte, non è detto poi che il proprio mercato debba essere ristretto solo alla città».

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